FRANCAVILLA SUL SINNI
Francavilla in Sinni è un comune di 4.291 abitanti della provincia di Potenza.
Geografia
Il territorio alterna zone montuose (Caramola), verso sud, e zone di colline e altopiani, con boschi di faggi, cerri e abeti.
Il territorio è percorso dal fiume Sinni e vi si trovano tre piccoli laghi: lago Viceconte (località Avena), lago del Pesce (località Caramola), lago D’Erba (località Caramola)
Storia
Secondo la leggenda Giovanna, moglie del principe Severino di Chiaromonte donò nel 1420 ai monaci della Certosa di San Nicola il territorio che vedeva dalla finestra del castello, in seguito al voto fatto a san Nicola per la guarigione del figlio. I monaci insediarono quindi una borgata sulla sponda del fiume Sinni per alloggiare i lavoratori ingaggiati per la lavorazione delle nuove terre e l'abitato prese il nome di "Francavilla" in quanto libera da tributi, ad eccezione della decima al convento.
Dopo l'abolizione dei diritti feudali la Certosa venne distrutta durante l'occupazione delle truppe napoleoniche condotte da Gioacchino Murat (1808-1812). Dopo il 1861 Francavilla fece parte del Regno d'Italia ("circondario" di Lagonegro e "mandamento" di Chiaromonte). Il patrimonio architettonico ed artistico di Francavilla è costituito dal Santuario della Madonna di Pompei del XIX sec., festeggiata la quarta domenica di agosto; la Chiesa Parrocchiale di S. Felice e S. Policarpo (protettori del paese). Si tratta di un edificio del XIX sec., restaurato nel 1957, che custodisce una grande tela raffigurante la presentazione al Tempio del XVIII sec., una tela raffigurante la Madonna in trono e Santi, un altare maggiore ed altari secondari in legno dipinto ad imitazione del marmo intarsiato del XVIII sec.; la Cappella di S. Antonio del XIX sec.; la Cappella di S. Giuseppe del XIX sec. con una tela raffigurante la Madonna dell'Assunta; la Cappella dell'Assunta del XIX sec.; la Villa Padronale detta "Castello Viceconte", costruita nel 1886 con centro di azienda agricola e abitazione privata; la Certosa di S. Nicola, dedicata al Santo di Bari. Fondata in contrada S. Elania (comunemente detta Fra Tommaso) nel 1395 da Vencislao, conte di Chiaromonte. La Certosa doveva essere maestosa e magnifica, come appare dall'imponenza delle sue mura, ora diroccate, ed era la terza nel napoletano, dopo quella di Padula e l'altra di Serra San Bruno in Calabria. Possedeva numerose ricchezze donate dal Principe Sanseverino. I Certosini ebbero, in realtà, in dono, dalla Principessa Sanseverino, tutto l'agro di Francavilla, avendo questa ottenuto da S. Nicola la grazia per la guarigione del figlio gravemente ammalato. I Certosini, nel 1420, per concessione della regina Giovanna II, edificarono la borgata di Francavilla, per alloggiarvi i loro servi e coloni. Il nome deriva dal fatto che la loro villa era franca da ogni balzello regalizio. I contadini, sgravati da tasse ed angherie, si affrettarono a popolare il centro, che nei secoli successivi si ingrandì notevolmente. Soltanto gli abitanti dovevano pagare la decima alla Certosa, il cui priore protempore era il barone dei possedimenti. In tempi di carestia i certosini distribuivano gratuitamente il pane alla popolazione e, anzi, invalse l'usanza di distribuire ogni anno, dal 6 ottobre, festa di S. Bruno, al 9 marzo, festa di S. Nicola, pane a tutti. La Chiesa, ove non erano ammesse donne, non era grande, ma sfarzosa e splendida. Vi erano custoditi due grandi busti d'argento, uno di S. Nicola e l'altro di S. Bruno, fondatore dell'ordine. Il Convento era opulentissimo ma i Certosini spendevano molto tanto che spesso erano costretti a fare debiti e, quando fu soppresso, la Chiesa di Francavilla vantava un credito di 4000 ducati che non riscosse e dovette accontentarsi di prendere parati ed arredi sacri. La distruzione della Certosa fu quasi totale tra il 1808 ed il 1812.
Luoghi di interesse
Nel paese si conservano, risalenti al XIX secolo, le cappelle di Sant'Antonio, di San Giuseppe e dell'Assunta, e la chiesa parrocchiale di San Felice e San Policarpo, dedicata ai santi patroni del paese, restaurata nel 1957: ospita una tela del XVIII secolo con Presentazione al Tempio e un'altra con Madonna in trono e Santi; sempre al XVIII secolo risalgono gli altari in legno scolpito, con decorazione dipinta che imita intarsi in marmo.
Il santuario della Madonna di Pompei, in località "San Biase", risale anch'esso al XIX secolo.
Da Piazza Gonfalone si gode una veduta panoramica sulla valle del fiume Sinni.
La Masseria Viceconte "Casino Viceconte", del 1866, è una piccola residenza padronale al centro di un ex azienda agricola.
Nella contrada di Sant'Elania (o "di fra' Tommaso") si trovano i resti della Certosa di San Nicola, fondata nel 1395 da Vencislao, conte di Chiaromonte. Si trattava della terza per grandezza del Regno di Napoli, dopo quelle di Padula e di Serra San Tommaso, ma fu completamente distrutta durante l'occupazione francese, tra il 1808 e il 1812.
In località "Piano Lacco" si trovano resti di un possibile insediamento e di strutture fortificate di epoca medioevale. Sulla collina del monte Catarozzo vi sono i resti del medioevale "Castello di Rubbio".
Nei dintorni si trovano possibili mete di escursioni e passeggiate: il Rifugio di Acquafredda, la sorgente Catusa, la zona di "Casa del Conte", i punti panoramici di "Pietra Sasso", di "Palladoro" e delle alture del monte Catarozzolo e della "Timpa Altosana". La zona geologica della "Timpa delle Murge" consente l'osservazione di rocce di origine magmatica, formatesi sul fondo marino e successivamente emerse.
In contrada Bruscata si trova un dolce sentiero, in terra battuta, che porta in località Cugno della Lite nei pressi della suggestiva grotta "rifugio" della banda dei briganti di Antonio Franco (capo dell'omonima banda).
Parte del territorio è compreso nel Parco nazionale del Pollino e vi si trova inoltre la "Riserva Naturale Orientata del Bosco Rubbio” (1.250 m s.l.m. in media), sulle pendici del Pollino lucano.
Nella località "Bosco dell’Avena", presso il fiume Sinni sgorga un’acqua solforosa (“Acqua Fetente”).
Rifugi montani: - "La Caserma" in località piazzale di Caramola a mt. 1.300; - "Riserva orientata del rubbio" al km. 2 a mt. 1.400.
La fauna del Monte Caramola: lupo, volpe, lepre, cinghiale, capriolo, cerbiattolo, tasso, scoiattolo, poiana, colombaccio, aquila reale ecc.
Economia
L'attività agricola si è sviluppata in particolare per la coltivazione dell'ulivo e la produzione di olio. Si produce inoltre un vino rosato.
Sono ancora presenti tradizionali lavorazioni artigianali del ferro battuto, della ceramica e dei vimini (cesti) e recentemente è ripresa anche l'attività del ricamo.
Dopo la seconda guerra mondiale, dal tradizionale artigianato della falegnameria (soprattutto per la costruzione di tini e botti), si è sviluppata un'attività industriale nell'ambito della lavorazione del legno, che sfrutta i boschi dei dintorni.
Il futuro insediamento produttivo prevede 25 lotti, dei quali 23 sono stati già assegnati per attività artigianali e commerciali. I due lotti restanti, momentaneamente non ancora assegnati, saranno riservati alla realizzazione di progetti di cosiddetta utilità collettiva, coerentemente con l’idea in base alla quale l’insediamento produttivo è soprattutto l’occasione di migliorare e far sviluppare il settore del terziario e dei servizi. La creazione del polo produttivo di Francavilla avverrà inoltre mediante sistemi ecocompatibili, vale a dire con l’utilizzo di attrezzature e metodi che consentano la massima riduzione delle spese di gestione.
Feste e tradizioni locali
Le feste, accompagnate da fiere nel giorno precedente, sono:
- Festa di sant'Antonio (13 giugno);
- Festa della Madonna del Carmine(22 luglio).
- Festa dei santi patroni Felice e Policarpo (10 agosto)
- Festa della Madonna di Pompei (quarta domenica di agosto, con processione del ritorno della statua della Madonna dal paese, dove era stata portata nel mese precedente, al santuario
- Festa dell’Assunta (15 agosto).
L'8 dicembre si celebra la sagra del vino, detta "A Madonna di Pertusavutte", nel corso della quale si spillano le botti e si assaggia il vino nuovo. La sagra si origina dalla tradizionale devozione dell' "Offerta dei scigli" (piccoli covoni di spighe di grano) portati in testa dalle donne in processione al santuario della Madonna di Pompei.
Cucina locale
Piatti tipici:
- "ciambotta" (piatto con peperoni, melanzane, pomodori e cotica di maiale);
- "zafaren ammaianet" (peperoni rossi essiccati, fritti in pastella);
- "gliommarielli" (interiora di capretto e agnello arrostiti);
- "frittet co li sparij" (frittata con asparagi e salsiccia);
- "brasciol d’scorz" (braciole di cotica di maiale cotte nel sugo);
- "lagane e fasul" (tagliatelle con fagioli).
Sport
Sono presenti tre squadre di calcio: la "F.C. Francavilla", in serie D girone H, la "F.C. Fratelli Cafaro", in Seconda Categoria, Girone C, e lo "Sporting Francavilla 2008" che milita in Terza Categoria, Girone E. È presente inoltre un palazzetto dello sport dove si praticano attività di Volley (sia maschile che femminile) e calcio femminile. Lo stadio "Nunzio Fittipaldi" è sito in Contrada S.Elania, ha manto erboso e misura 100x60 mt. La capienza spettatori è di circa 1000 posti. I colori sociali della prima squadra F.C. Francavilla sono rosso/blu. Il presidente è Franco Cupparo.
Siti web: http://www.fcfrancavilla.it ; http://www.ultrasinni.it ; http://www.fratellicafaro.blog.tiscali.it
Evoluzione demografica
Abitanti censiti
Amministrazione comunale
Centralino del comune: 0973 577105 - 0973 577103
Posta elettronica: comune.francavilla@comune.francavillainsinni.pz.it
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