" La scomparsa del dialetto non sarebbe soltanto la scomparsa di termini arcaici; sarebbe lo smarrimento della nostra anima,la grave ed irreparabile perdita della memoria e delle radici,della nostra cultura contadina e della nostra storia, pur se fatta di piccoli avvenimenti tramandati oralmente, del fascino dell'antico, di un patrimonio di vita vissuta, dei toponimi antichi,dei soprannomi, dei proverbi e dei modi di dire, dei termini di origine greca, greco-bizantina, latina, araba, spagnola, germanica e francese ed, in sintesi, della nostra identità."
La vicenda è ambientata nella Francavilla degli anni 50 del '900, nella casa di Rusine, moglie di Frangische capodiferro, soprannominato Caepifjèrre, emigrato negli Stati Uniti d' America. Pascaèle, il figlio maggiore di Frangische e di Rusine, ha imparato il mestiere di sarto e fino a poco tempo prima ha lavorato nella bottega del vecchio maestro.
Invaghito di Gannaròse, bella ed appariscente ragazza del paese, non lavora più e da un pò di tempo fa comunella con lo zio Gajetaène, assiduo frequentatore di cantine.
Ha lasciato Ndonjètte, la prima fiamma, una ragazza non bella ma brava e con una discreta dote e, contro il volere di Rusine, vuole sposare Gannaròse a tutti i costi.