Nei paesi vicini, il paese è chiamato anche, in modo scaramantico più che dispregiativo, "Quel paese" (in dialetto lucano: Chillu paise); ciò a causa della presunta innominabilità della parola "Colobraro" per la credenza superstiziosa che la semplice evocazione del nome porti sfortuna. Pare accertato[2] che tale innominabilità risalga ad un aneddoto risalente a prima della seconda guerra mondiale. L'allora podestà di allora (carica istituzionale equivalente a quella odierna di sindaco) don Biagio Virgilio, avvocato di grande cultura e persona molto nota alla fine di una sua affermazione avrebbe detto qualcosa del tipo: "Se non dico la verità, che possa cadere questo candelabro". A quanto pare in seguito il candelabro sarebbe caduto davvero.
Ovviamente tutto ciò fa parte solo della superstizione locale collegata al forte radicamento popolare del rito della magia. Ciò attiro il famoso antropologo Ernesto de Martino nel 1952 (dal 29 settembre al 29 ottobre) e successivamente nel 1954 (tra l'8 e il 14 agosto). Insomma una questione dell'antropologia e non della magia.
Demografia
Abitanti censiti
Cultura
La mostra di arte contadina
Dal 2007 nei locali delle ex scuole medie è aperta al pubblico la Mostra dell'Arte Contadina, organizzata per i primi due anni dalle scuole di Colobraro e aperta tutte le estati, e curata dal maestro Rocco Modarelli e da Pasquale Troccoli. Inoltre sono esposti alcuni quadri del noto artista Luca Celano (di origini Colobraresi), le poesie di Antonio Bruno e le sculture di Nicola Iannarelli.
La mostra Fotografica
La mostra fotogragfica è aperta nei locali delle ex scuole medie in cui sono contenute le fotografie storiche di Colobraro.