Portale del Bacino del Sinni / BENVENUTO
Login     Password     Iscriviti 
 
SulSinni.com - Portale del Bacino del Sinni / BENVENUTO
SulSinni.com Serie D FcFrancavilla
 

Visitatori
Visitatori Correnti : 9
Membri : 0
Totale visitatori 285732
da marzo 2008

Per visualizzare la lista degli utenti collegati alla community, devi essere un utente registrato.
Iscriviti

Iscritti
 Utenti: 24
Ultimo iscritto : pzic819008
Portale del Bacino del Sinni / Lista iscritti
 
 Messaggi privati: 1
 
 Immagini: 3
 Immagini viste: 13341
 
 Categorie/Sezioni: 29
 Pagine: 39
 Pagine lette: 170637
 

 
 Portale del Bacino del Sinni / Post sui forum: 1
 
 Libro degli ospiti: 261


 
Inserito il 09 gennaio 2009 alle 18:49:09 da webmaster.

Sezione: CHIAROMONTE
Seleziona la pagina da visualizzare nel box sottostante


CHIAROMONTE

Chiaromonte è un comune di 2.044 abitanti della provincia di Potenza, all'interno del Parco Nazionale del Pollino.
È sito a 794 mslm su uno sperone roccioso dominante la valle del fiume Sinni (a sud) e la valle del torrente Serrapotamo, suo affluente (a nord). Verso est si erge l'altura denominata "Timpa Angari", alle cui pendici si trova l'ex area archeologica locale (ritrovamento di una tomba di un guerriero italico del VI secolo a.C.).
Il centro storico è raccolto sullo sperone roccioso a mo' di anfiteatro, mentre il centro moderno si è espanso velocemente alle pendici del colle. Il territorio comunale è suddiviso in diverse frazioni. Una caratteristica del paese è la presenza di numerose grotte scavate nella roccia, in cui sono conservate le riserve di vino rosso prodotto artigianalmente dai vigneti locali, uno degli elementi fondamentali della gastronomia di Chiaromonte.

Il Paese  Abbazia di Santa Maria del Sagittario


Chiaromonte
Panorama di Chiaromonte
Stato: bandiera Italia
Regione: Basilicata
Provincia: stemma Potenza
Coordinate: 40°7′0″N 16°13′0″E / 40.11667, 16.21667Coordinate: 40°7′0″N 16°13′0″E / 40.11667, 16.21667
Altitudine: 794 m s.l.m.
Superficie: 70 km²
Abitanti:
2.044 05-2008
Densità: ab./km²
Frazioni: Armirosse, Battifarano, Bosco Magnano, Canocchielo-Pollino, Ponte, Cupolo, Grottole, Largo di Mezzo, Mancuoso, Pietrapica, Sagittario, Sammarella, San Pasquale, Sant'Uopo 
Comuni contigui: Castronuovo di Sant'Andrea, Castrovillari (CS), Episcopia, Fardella, Francavilla in Sinni, Morano Calabro (CS), Noepoli, Roccanova, San Costantino Albanese, San Severino Lucano, Senise, Teana, Terranova di Pollino, Viggianello
CAP: 85032
Pref. telefonico: 0973
Codice ISTAT: 076028
Codice catasto: C619 
Nome abitanti: chiaromontesi 
Santo patrono: San Giovanni Battista 
Giorno festivo: 24 giugno, 29 agosto 

Sito istituzionale
Portale:Portali Visita il Portale Italia



Storia 


Veduta del "Portello" e del centro storico

Il centro è di origine molto antica, e si hanno testimonianze di presenze umane fin dall'età del Ferro e poi di una penetrazione della cultura greca. Diventato un importante centro commerciale, venne poi conquistato dai Romani, che in località Castrovetere, a Sud dell'attuale Chiaromonte, avevano un fortino. Nell'area abbondano i toponimi romani (Castrovetere, Cotura, Maldinaso, Savino, Cozzocanino), che indicano una presenza di fattorie romane. La Cappella di S.Onofrio, attualmente in territorio di Fardella, è probabilmente derivata da un santuario pagano posto ai piedi del forte romano di Castrovetere e lungo la via di comunicazione fra la valle del Sinni e quella dell'Agri. Il centro abitato di Chiaromonte si è verosimilmente sviluppato dopo che l'antico abitato romano di Castrovetere, successivamente alla caduta dell'impero, venne abbandonato (fenomeno simile è osservabile in altre località della Basilicata: per es. l'antico forte romano di Castrum Gloriosum diede origine all'abitato di Pignola). Durante il Medioevo vi fu eretta una fortezza da parte di Normanni e Longobardi, dopo che nel IX secolo un terremoto l'aveva rasa al suolo. Subentrarono in seguito le famiglie feudatarie Chiaromonte e Sanseverino, che costruirono il castello (oggi ex-monastero) e le mura, con torri cilindriche e quadrate. L'origine del toponimo è ancora discussa. Probabilmente deriva dal latino "Clarus Mons", in riferimento alla posizione dominante, o forse in relazione all'aspetto del luogo, disboscato e quindi libero (clarus).


Evoluzione demografica 

Abitanti censiti



Patrimonio architettonico 

Sono numerosi gli edifici religiosi e civili di notevole interesse storico. Sulla sommità del centro, poco distante dal "Catarozzolo", si trova la Chiesa di San Tommaso. La chiesa madre è dedicata a San Giovanni Battista, a tre navate, che custodisce una Madonna del Rosario su tavola del XVI secolo. Il Castello-monastero, di fronte all'ingresso della Chiesa di San Tommaso, fungeva da Castello baronale e fu ingrandito e abbellito dai Sanseverino nel XVI secolo. Altri edifici religiosi sono la Cappella di S. Maria Melfitana (o dell'Immacolata Concezione), la Venerabile Cappella della S.ma Annunziata, eretta nel territorio detto "Grotta dell'Acqua", poco sotto l'abitato, la cappella dello Spirito Santo, alla base meridionale del paese, nella località omonima. In località Sagittario si erge la chiesa della Madonna del Sagittario. In contrada Sant'Uopo si erge infine la cappella, recentemente ristrutturata, detta di Sant'Opo, a 4 chilometri dall'abitato, dedicata all'eremita omonimo, che si narra avesse virtù profetiche e la capacità di provocare la pioggia ed era assai amato dagli agricoltori.

La Torre della Spiga

Tra gli edifici civili più importanti, sono degni di nota il Palazzo Vescovile (1609) e il Palazzo di Giura, con annessa Torre cilindrica (XVIII secolo), che conserva al suo interno cimeli, oggetti artistici di gran valore e carte provenienti dalla Cina, portati da Ludovico Nicola di Giura, ufficiale medico presso la corte imperiale in Cina nel primo Novecento.
Palazzo LEO, del giurista e patriota Francesco Leo,( la storia di questa antica famiglia è raccolta in un libro scritto dal discendente Eduardo Leo ed edito dalla Regione Basilicata e scaricabile GRATIS all'indirizzo: [1] )

Da ricordare sono anche la porta d'ingresso più antica, denominata "Il Portello", nel rione omonimo poco sotto la chiesa madre e i resti della Torre della Spiga, vestigia delle antiche mura che cingevano il borgo.


I Rioni 

Tramandato nei secoli, ancora oggi, nonostante le molte abitudini storiche perdute, Chiaromonte si suddivide ancora in rioni. All’epoca, essere di un rione o di un altro si trasformava in una rivalità, soprattutto nelle funzioni religioni del paese. I rioni che appartenevano alla chiesa di san Giovanni, puntavano a fare oltre il limite per “vincere” contro i rioni che appartenevano alla chiesa di san Tommaso Apostolo. Questa tradizione è andata perduta col tempo, sia a causa della lunga chiusura della chiesa di san Tommaso a causa di restauri, e sia dal crescente spopolamento della zona vecchia del paese. Tempa, timpone, purtiello, spirito santo, san pasquale, san pietro, san rocco, san tommaso, grancìa, santa lucia, calvario, mercato, croce, serrone, giudea, dietro le mura( adderete o mure), torre della spiga, alla turr sono i nomi dei rioni.


Personalità illustri 

  • Giovanni Favoino di Giura, (1885-1967) avvocato, giornalista, scrittore e poeta.
  • Spaltro Arnaldo, Bove, Luigi, medico. Promosse, con grande impegno politico e professionale,la costruzione dell'ospedale San Giovanni di Chiaromonte. Una via a lui dedicata ne ricorda l'opera.
  • Deodato Leo, notaio nato a Chiaromonte il 1.12.1776, da Andrea, illustre legista e da Iolanda Rapone, proprietaria, fin dalla più giovane età si batté contro i privilegi del clero e per affrancare il popolo dal giogo feudale. Influenzato dal gran movimento rivoluzionario francese, abbracciò i princìpi giacobinie quasi ventenne tentò, con altri giovani intellettuali, di organizzare una rivolta contadina (1796). Il tentativo fu momentaneamente accantonato, poiché non era facile coinvolgere le classi più povere che avevano la quotidiana esigenza del desco (diskos) in tavola per la famiglia e nulla sapevano degli ideali democratici, illuministici e ancor meno dei concetti economici e filosofici del sacerdote salernitano Antonio Genovesi, che propugnava una moderata libertà del commercio, l’incremento dell'agricoltura e lo sviluppo dell’istruzione tecnica, ma soprattutto l’abolizione dei privilegi ecclesiastici. Il fuoco della rivolta giacobina a Chiaromonte covava sotto le ceneri ed esplose ai primi del 1799 quando, a seguito delle rivolte anti monarchiche, fu proclamata la Repubblica Partenopea. Anche Chiaromonte si ribellò. L’insurrezione fu capeggiata dal ventunenne Deodato Leo, che a capo di un manipolo d’intellettuali democratici ed anticlericali elesse una municipalità democratica e con un gesto eclatante, quanto mai significativo e simbolico, piantò in piazza l’albero della libertà che rimase lì per più di un mese. Il 4 marzo 1799 una manifestazione sanfedista, sull’onda del successo dell’azione

controrivoluzionaria promossa dal cardinale Ruffo, rovesciò la Repubblica Partenopea, sciolse la municipalità repubblicana ed abbatté l’albero della libertà. Fu indagato e, incluso nel Notamento dei rei di Stato per aver proclamato in favore dei Francesi e contro la Monarchia, indultato. Rogò in Chiaromonte dal 1796 al 1845.

  • Raffaele Leo Nato a Chiaromonte nel 1797 da Gerardo, farmacista e Anna Angerami, proprietaria. Aderì alla Carboneria nel 1820 conservando sempre sentimenti liberali, che nel 1848 lo portarono ad aderire all’associazione segreta denominata Giovane Italia, che

a quel tempo operava nel circondario di Chiaromonte ed in quello dei paesi limitrofi, e nell’ambito della quale il congiunto Francesco Leo ricoprì il grado di “Sommo Sacerdote”. Tale associazione carbonara non è da confondersi con la più nota società segreta Mazziniana Giovine Italia. Fautore e sostenitore, con i componenti la società segreta Giovane Italia, dell’intervento armato in Calabria, nel giugno del 1848 rispose agli arruolamenti organizzati da Francesco Leo ed accorse a Campotenese in appoggio all’insurrezione calabrese. Accusato di essere insorto in armi contro l’autorità reale e di avere incitato i sudditi lucani del regno ad armarsi allo scopo di sostenere la rivolta della Calabria Citeriore, così come era nominata la parte nord della Calabria al confine della Basilicata, usufruì della sovrana indulgenza del 10 aprile 1850. Archiviati gli atti a suo carico, venne incluso tra i criminali politici e, sottoposto a sorveglianza speciale da parte della polizia, fu costretto al confino politico e relegato a Noja, attuale Noepoli.

Nato a Chiaromonte il 26.3.1811 da Don Emmanuele Leo, dottore legista ed illustre magistrato e da Donna Regina Grandinetti proprietaria, e laureatosi in giurisprudenza nel 1834, si diede ad esercitare la professione forense senza rinunciare, però, ai suoi ideali politici, nutriti fin dal periodo del suo studentato, in Napoli. Nei fatti del 1848 fu componente del Circolo Costituzionale di Chiaromonte ed organizzò gli arruolamenti per Campotenese. La reazione che seguì, il 15 maggio di quell’anno, lo costrinse ad una latitanza penosa, che più volte ne mise in pericolo l’esistenza. Pur potendo, non riparò in casa Sole a Senise, per non mettere a repentaglio la vita e la reputazione dell’amico Alessandro. Arrestato nel 1850, fu processato dalla Gran Corte Speciale di Potenza e condannato a 7 anni di ferri (20.2.1852); ma il Procuratore Generale aveva chiesto per lui la pena perpetua. Scontò la sua pena tra Potenza, Napoli (Nisida) e Procida. Il 1860 lo trovò più pronto che mai all'azione: fu Presidente della Giunta insurrezionale di Chiaromonte, ma l’età - era ormai quarantanovenne -, la salute, per natura cagionevole, indebolita maggiormente dalla lunga prigionia, non gli consentirono di riprendere le armi e perciò offrì al paese delle vite più care della propria. Aveva due figli, Emanuele ed Errico, il primo poco più che ventenne ed il secondo non ancora ventenne, e questi mandò tra i garibaldini a combattere sotto le mura di Capua nell’agosto 1860 aggregandosi alla VI colonna delle forze insurrezionali lucane, che operavano al comando di Aquilante Persiani. Divenuta una radiosa realtà il sogno della sua giovinezza e della sua maturità, di vedere una ed indipendente l’Italia, sotto lo scettro di Casa Savoia Francesco Leo rifiutò onori ed uffici lucrosi. Giacinto Albini lo voleva prefetto; gli elettori deputato al Parlamento; ma le cure di famiglia, l’arte che lo chiamava con lusinghiere promesse, lo attrassero e restò semplice cittadino, elargendo, quando occorreva, l’opera sua al proprio Comune. Tanto disinteresse e tanta nobiltà di propositi non gli costarono sforzi, perché ebbe, come pochi, anche nei tempi più tristi, la visione chiara dell’Italia unita.

Dal libro di Eduardo LEO: "I LEO DI CHIAROMONTE" SCARICABILE GRATIS al link: http://www.consiglio.basilicata.it/pubblicazioni/leo/leo.asp

Dal quale potrai scaricare o leggere la biografia completa di Francesco Leo, il più illustre tra i personaggi storici di Chiaromonte


Giurista, nato a Chiaromonte il 14.9.1859, uomo modesto e schivo, di grandissima intelligenza, che fece onore alle tradizioni legali della famiglia Leo, sia per capacità oratorie sia per conoscenze giuridiche, oltre che per rettitudine morale, Grande è stato il suo impegno amministrativo per la città di Chiaromonte: ne sono testimonianza le proposte di nomina prefettizie alla carica di sindaco e l'istituzione della prima scuola pubblica.


Amministrazione comunale 

Centralino del comune: 0973 571002
Posta elettronica: urponline@comune.chiaromonte.pz.it


Siti Sponsorizzati Gratis

Prestitpoint - Per i tuoi finanziamenti
Prestitpoint Finanziamenti anche ai 90enni

Un lucano ...Filosofo
Gaetano Chiurazzi Filosofo Lucano

Cartoleria Grimaldi
Cartoleria Grimaldi



 

 
Made in Basilicata
(New) Cartoline
Scopo del sito
Privacy/Policy
Arte & Cultura
Associazioni & Volontariato
Associazioni Lucane
nel mondo

Comuni (storia,Eventi &
Tradizioni)

Scuola & Formazione

Profili di grandi giornalisti lucani
Profili di artisti lucani
Profili di poeti e scrittori lucani
Gli emergenti
Basilicata o Lucania?
Tutti i comuni della Basilicata
Info e numeri utili